mercoledì 30 settembre 2009

Crisi Adelchi. Tra proposte ed eventuali azioni


«Uniti per vincere, facendo quadrato». Questo è il messaggio che ieri sera è venuto fuori dalla riunione d’emergenza avvenuta a Palazzo Gallone. Presenti i lavoratori Adelchi, sindacati e 11 sindaci in rappresentanza di quelle famiglie sparse nei 50 comuni del Sud Salento, vittime della “crisi”.

L’incontro è stato un momento chiarificatore dove sono convogliate da più parti svariate proposte, a cui però nella tarda serata è mancato la stesura di un documento scritto che portasse a una soluzione concreta dell’attuale vertenza.
C’è chi ha caldeggiato una riqualificazione professionale degli operai, favorendo una maggiore defiscalizzazione a favore delle imprese del sud, chi ha proposto un tavolo tecnico tra proprietà, rappresentanti lavoratori e Regione Puglia, altri hanno chiesto di risolvere l’occupazionabilità degli operai con l’assunzione all’interno delle strutture pubbliche comunali, alcuni invece hanno suggerito di andare direttamente a Roma per presentare la questione sui tavoli del ministro dell’economia affinché fossero applicate quelle misure straordinarie a cui solo il governo centrale è abilitato.

Una faccenda spinosa a cui non se ne riesce a venirne a capo. Gli operai sostengono che nella gestione dell’attività Adelchi ci sia “molto fumo nelle occhi”: la proprietà dichiara palesemente la sua mancanza di liquidità. Per aprire i cancelli non bastano solo 15 milioni di euro. Ci sarebbe anche il problema dei 35 milioni di euro da versare al fisco, una vera e propria spada di Damocle che pesa sull’intera impresa e che ha avuto ripercussioni sull'attuale situazione dei cassintegrati.

“Problemi” a cui i lavoratori credono molto poco e che smontano, uno dopo l'altro, con ragionevoli motivazioni. Poco chiara è l’azione della proprietà nell’assegnare le commesse a piccole ditte piccole del Capo di Leuca esterne al gruppo (es. Aldopar di Casarano), come pure la scelta di attuare una politica di forte esternalizzazione del processo produttivo in differenti paesi del mondo. Prima in Albania, oggi in Etiopia e in Bangladesh. Senza parlare poi della misteriosa leggenda che riguarda il “brevettoaffidato a aziende esterne al gruppo che stanno realizzando la nuova produzione con i macchinari della Crc.

L’arrivo del sindaco di Tricase, Antonio Musarò, sugli ultimi aggiornamenti del caso è stato un fulmine a ciel sereno. Il sindaco giungendo direttamente dal Prefetto ha comunicato all’enorme platea che affollava la sala consiliare di Palazzo Gallone che Adelchi venerdì presenterà il piano industriale a favore di 600 lavoratori in cassa integrazione. E per molti si è accesa una flebile speranza.

Nel frattempo gli 11 sindaci hanno firmato spontaneamente l’appello degli operai e hanno promesso piena partecipazione alla manifestazione avvenuta questa mattina alle 9:00. Alla protesta hanno aderito parte dei commercianti, che hanno abbassato le saracinesche dei loro negozi al passaggio del corteo, come gesto di condivisione di “una lotta giusta”. L’obiettivo della scesa in piazza è di dare rappresentanza non solo all’emergenza Adelchi ma a tutte quelle realtà manifatturiere del Salento che pur non essendo all’onor delle cronache sono tacitamente in crisi economica e occupazionale.

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