giovedì 2 dicembre 2010

Carfagna e Mussolini. Amiche nemiche


Mara versus Alessandra. Duello tutto femminile con risposte al vetriolo. Se la scena non fosse stata a Montecitorio, per qualche minuto, si avrebbe potuto pensare di stare a guardare una delle tante trasmissioni tenute da Maria De Filippi. E invece no.
Galeotta fu una foto scattata dalla Mussolini. Viene immortalata la scena del “turpe” tradimento. Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità intenta a fare combriccola con Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà.
Mara se ne accorge e inizia a battere le mani urlando “brava, brava“, Alessandra risponde con un “Vergognati!”. L’accusa è il gesto di infedeltà. Fare accordi con il nemico solo perché nella finanziaria era riuscita a ottenere il “favore” di farsi spostare 20 milioni di euro al suo ministero.
Da qui il processo in direttissima dove i sospetti trovano conferma. Ecco le prove. Il ministro delle Pari opportunità vuole lasciare il Pdl. Quindi Mara tradisce Silvio.

Ma dietro la pseudo baruffa tra comari di alto borgo, in realtà c’è la storia degli appalti del termovalorizzatore di Salerno a tener banco. Un progetto che è tema di scontro non solo tra comune e provincia ma anche tra le due api regine. La Carfagna difende il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca anti-inceneritore, la Mussolini difende Edmondo Cirielli, presidente della provincia salernitana pro inceneritore.
Ma tant’è. I giornali hanno preferito concentrarsi sull’aspetto gossiparo. E a rinfocolare questo circolo mediatico è stata la risposta della Carfagna che ha definito la sua collega una “vajassa” ovvero una “serva”, nel significato dialettale o “prostituta”, in quello moderno. Quale che sia l’accezione che aveva in mente, sicuramente il ministro non ha voluto fare un complimento alla collega di partito.

Se Mara Carfagna fosse stato un uomo baffuto, pelato e con qualche acciacco sulle spalle non ci sarebbero stati questi problemi. Se avesse minacciato le dimissioni perché il partito non gli avrebbe permesso di esprimere il suo dissenso, nessuno si sarebbe scandalizzato. Anzi. Si sarebbe sentenziato che, in fondo, i politici sono tutti uguali, non pensano al popolo ma ai loro porci comodi.

Ma il ministro è una donna, purtroppo. Ha gli occhi dolci dolci e per giunta un passato da soubrette. Ma il problema di Mara è un po’ di tutte le donne, specie negli ambiti professionali.
Sei donna, quindi zitta. Punto e basta. E se ti ribelli è perché sei una strega, un’isterica o stai in menopausa.
Poi se hai il “dono” della bellezza, peggio ancora: “Se sta qui, chissà chi si è fatta”, dicono le invidiose. Se poi sei bruttarella, puoi fare solo pietà. Ti tocca sgobbare più degli altri tuoi colleghi o al massimo fare la loro controfigura.

Il paradosso delle Pari opportunità: sulla carta e non nei fatti.

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