giovedì 3 dicembre 2009

«Salvate le barche dei pescatori». Da Facebook l'allarme per i gozzi

Il Caso - Identità e tradizione, econmia e futuro:l'associazione Libeccio chiama in causa l'amministrazione

Soli”. Questo è la sentimento che pervade tra i residenti di Borgo Pescatori. Da tre settimane su Facebook campeggia una pagina di denuncia intitolata “Fine delle tradizioni e della cultura di Tricase Porto”. Una pagina che parla da sé, per le sue foto. Una marina abbandonata per i numerosi disservizi: una discarica a cielo aperto, un inefficace sviluppo, se non a tratti, di una rete fognaria, una mancata visibilità sulla agenda degli eventi comunali delle sagre proprie di Tricase Porto e una soluzione insoddisfacente, dal punto di vista degli ex pescatori, per la nuova gestione portuale. Per questa ultima questione l’associazione Libeccio si è fatta portavoce dei timori di questa categoria e ha chiesto una maggiore considerazione nell’assegnazione dei posti ma anche un supporto istituzionale nel pagamento degli stessi.

È da anno che il consiglio comunale aveva deciso di effettuare un’inversione di marcia volta a valorizzare il bacino portuale, migliorandolo in tema di servizi e di sicurezza agli utenti. L’approvazione in seduta comunale con delibera n.21 del 23/04/2009 del regolamento dei posti barca, poi la scelta della giunta di indire un bando di gara per l’affidamento a terzi del porto non ha tenuto conto della tutela dei gozzi in legno. Un canone troppo elevato per le tasche di questi ex pescatori che per hobby o per seconda attività, il mare rappresenta “un ammortizzatore sociale”. La loro preoccupazione è che l’incapacità di supportare le spese di affitto porterebbero all’irrimediabile scomparsa in pochi anni di queste barche in legno, simbolo di una identità storica, artistica e culturale della zona Borgo Pescatori. Queste, infatti, una volta tirate a terra, si logorerebbero danneggiandosi irreversibilmente. «L’amore per il mare non può essere un diritto riservato solo a chi ha la possibilità economica di farlo» dichiara il presidente dell’associazione Libeccio, Mario Ruberto, «l’amministrazione comunale dovrebbe invece incentivarla e non farla diventare solo una passione per ricchi».

I tentativi di mediazione sono stati innumerevoli con l’attuale amministrazione Musarò fra i quali l’eventuale rateizzazione del fitto. Ma tutto ciò non è bastato. Su suggerimento degli stessi è stata effettuata un’istanza protocollata nella quale si chiedeva di ottenere un tratto di banchina del bacino di Tricase da destinare ai gozzi tradizionali, in cambio l’associazione si impegnava a svolgere azioni mirate alla salvaguardia e alla promozione del territorio come la pulizia della spiaggetta o l’assistenza in banchina durante le mareggiate.

Fonte: «Nuovo Quotidiano di Puglia» del 04/12/2009

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