domenica 25 ottobre 2009

Richiami illegali, denunciati tre cacciatori


Tricase - Tolleranza zero per chi utilizza sistemi illegali per attirare le prede. Gli agenti della Polizia provinciale di Tricase, alle dipendenze del comando di Lecce e coordinati dal tenente Antonio Sancesario, hanno portato a segno una brillante operazione che ha inferto un duro colpo al bracconaggio.
Durante un servizio di controllo e vigilanza nei dintorni di Salve in località “Muntie in località “Scatizzi” della frazione di Depressa di Tricase, le forze dell’ordine hanno sorpreso e denunciato a piede libero tre cacciatori mentre esercitavano l’attività venatoria con l’ausilio assolutamente illecito di richiami acustici elettromagnetici che riproducevano il verso del tordo. Lo scopo era quello di attirarli con inganno per poi abbatterli.

Immediato è stato l’intervento della polizia provinciale che ha messo sotto sequestro i tre fucili da caccia calibro 12, uno svariato numero di cartucce caricate a piombo spezzato e i due richiami acustici completi di audiocassetta e di altoparlante in grado di simulare il canto del tordo.
Per i tre cacciatori che hanno violato la legge n. 27/98 non c’è stata via di scampo. Sono stati loro ritirati i tesserini venatori regionali e sono stati tutti e tre denunciati a piede libero per concorso nell’esercizio dell’attività venatoria con mezzi vietati. Ciò che è stato rinvenuto invece, è stato depositato presso l’ufficio corpo di reati della Procura di Lecce.

Questa operazione è l’ultima di una serie di interventi volti a tutela della fauna selvatica portata a termine dalla polizia provinciale di Lecce durante la stagione venatoria appena iniziata. Come è noto, questi genere di sistemi da caccia, oltre a essere definiti antisportivi”, risultano particolarmente dannosi perché provocano nella zona del richiamo un’alta e innaturale concentrazione selvaggina migratoria che viene abbattuta con estrema facilità. Senza considerare che il suono monotono e ripetitivo emesso dal richiamo elettromagnetico procura disturbo alla quiete pubblica dove sorgono anche nelle zone di caccia, residenze di campagna abitate.

Fonte:«Nuovo Quotidiano di Puglia» del 26/10/2009

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