domenica 1 novembre 2009

Il Tar blocca la privatizzazione dell'asilo

ACCOLTO IL RICORSO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONTRO L'ASSOCIAZIONE DI ASSISTENZA ALL'INFANZIA CHE GESTISCE LA SCUOLA MATERNA

Tricase – Tutto da rifare. Il TAR di Lecce risponde negativamente all’associazione “Giardino d’infanzia Tommaso Caputo” che gestiva l’omonimo asilo di via Diaz, dando invece ragione all' attuale amministrazione comunale contraria alla privatizzazione della scuola materna, il cui valore patrimoniale si aggira oggi intorno ai quattro milioni di euro.

«Censure di carattere formale nei riguardi del procedimento di adozione» - afferma la sentenza n. 436 del 2009. In breve, il tribunale amministrativo blocca per difetto procedurale dell’iter burocratico la trasformazione della scuola materna “Tommaso Caputo” – da azienda pubblica in azienda privata. Il motivo, secondo i magistrati, è dovuto al fatto che è mancato il parere della gestione comunale, che dal lontano 1933 ne risultava non solo comproprietaria insieme alla Congregazione delle Suore d’Ivrea ma da circa un anno era stata ingiustamente estromessa dal Consiglio di amministrazione dell’ente educativo.

Galeotto fu un volantino - su cui ancora oggi pende una denuncia contro ignoti - diffuso su tutte le principali strade di Tricase. Il manifesto contestava la “svendita impropria” della scuola materna e allo stesso tempo sottolineava, in seguito alla determina n°879 del 2008, le reali intenzioni dell’associazione. Il 18 novembre 2008, mentre la Giunta Regionale aveva approvato la proposta di atto costitutivo e di statuto dell’associazione, quest’ultima si avviava a porre un’istanza per l’acquisizione della struttura formativa. L’intera azione dell’associazione si basava sulla legge regionale n°30 del settembre 2004 che permetteva a tutte le IPAB, ovvero a tutte le aziende pubbliche di servizi volti alla persona, la possibilità di trasformarsi in persone giuridiche private (società, cooperative, imprese ecc.).

Detto fatto. Una volta costituita, in data 7 maggio 2008 l’associazione “Giardino d’infanzia Tommaso Caputo” invia al Comune di Tricase e alla Regione il solo atto di delibera riguardo la proposta di acquisizione della struttura. Il Comune, in piena crisi amministrativa, fa trascorrere i trenta giorni e con il silenzio/assenso permette il conseguimento dell’adozione sotto forma privata dell’asilo nido, senonché la Regione nota un difetto di forma perché la domanda risulta incompleta.
Pertanto, chiede l’istituzione di nuova istanza con la delibera di proposta e la documentazione consistente la pianta organica del personale e la situazione economica-finanziaria effettiva dell’ente educativo. Un mese più tardi l’associazione provvede a fornire tutti i documenti necessari, dimenticando, però, di inviarli nuovamente al Comune, che avrebbe, a sua discrezione, potuto pronunciarsi e formalizzare il suo parere con un atto pubblico.

La trasformazione in associazione privata con l’esclusione del ente comunale tra i soci fondatori non era affatto condivisa né dall’opinione pubblica né, in particolare, dal consigliere di maggioranza Mario Turco e dall’assessore Antonio Scarcella. Dopo il vano tentativo di revisionare il nuovo statuto, il comune ha deciso di fare ricorso al TAR.

Un anno dopo la sentenza: è stata revocata l’istruttoria della determinazione dirigenziale del 18 novembre poiché gli amministratori non sono stati messi in condizione di esprimersi.

Fonte:
«Nuovo Quotidiano di Puglia» del 03/11/2009

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