lunedì 28 maggio 2012

IL CASO.Bahrain, libero l'attivista Nabeel Rajab. Divieto di espatrio, accuse all'Iran

Il tribunale ha disposto il rilascio del più noto esponente del movimento di difesa dei diritti umani del paese. Dovrà pagare una cauzione di circa 800 dollari, divieto di espatrio. Continuano le condanne di attivisti accusati di complottare con agenti iraniani contro la monarchia sunnita. Un mese per la blogger Zainab al-Khawaja

L'attivista Nabeel Rajab
MANAMA - Il più famoso attivista per la difesa dei diritti umani in Bahrain, Nabeel Rajab, è stato liberato su cauzione. Lo conferma il suo avvocato, Mohammed al-Jishi, precisando che l'attivista dovrà pagare una multa di 300 dinar (circa 800 dollari) e non potrà lasciare il paese. "Il caso è ancora in corso. Non c'è ancora nessuna sentenza. Attendiamo la prossima udienza, il 17 giugno", ha dichiarato il legale da Manama.


VIDEO - Le prime parole di Nabeel dopo il rilascio
LE FOTO - Manama, le foto del rilascio di Rajab 


Nabeel Rajab è il fondatore del Centro per i diritti umani in Bahrain. Salito alla ribalta lo scorso anno quando è diventato uno dei personaggi più rappresentativi dell'opposizione sciita e protagonista delle proteste di piazza organizzate contro la dinastia sunnita, Al Khalifa, che governa in minoranza sul piccolo regno del Golfo. Con 140mila seguaci su Twitter è uno dei più noti attivisti online. Gli sciiti lamentano di essere stati a lungo emarginati dalla vita politica ed economica e accusano la monarchia di non aver mai voluto attuare le riforme necessarie a democratizzare il Bahrain. Ogni giorno il principale partito d'opposizone al-Wefaq organizza manifestazioni in tutto paese per chiedere le dimissioni del regime del re Hamad bin Issa al-Khalifa.

Le accuse. "Sono stato arrestato a causa delle mie attività. Continuerò comunque a rivendicare il diritto alla libertà di parola e difendendo i più deboli", ha detto Rajab lasciando la stazione di polizia dove ha firmato i documenti per il suo rilascio. Dopo l'intervista in tv con il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, l'uomo era stato arrestato lo scorso 5 maggio all'aeroporto internazionale della capitale.
Opzioni
Due sono le accuse contro l'attivista. La prima è di aver insultato con quattro tweet il ministero dell'Interno per non aver effettuato indagini adeguate contro le recenti repressioni di migliaia di civili. La seconda è di essere il fautore delle manifestazioni illegali che potrebbero costargli, secondo il suo avvocato, due anni di carcere. In un recente incontro del Consiglio dei Diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, alle autorità del Bahrain era stato chiesto di rilasciare tutti i prigionieri politici, tra cui anche Nabeel Rajab. "Le accuse contro Nabeel Rajab sono il tentativo di mettere a tacere una delle personalità più influenti del governo del Bahrain", aveva detto Joe Stork, responsabile dell'Osservatorio dei Diritti umani per il Medio Oriente.

Molti attivisti ancora in prigione. Resta invece ancora in carcere la giovane Zainab al-Khawaja, condannata a un mese di reclusione per aver partecipato a una protesta antigovernativa e per aver opposto resistenza a una poliziotta. Figlia di Abulhadi al-Khawaja, noto attivista in Bahrain per i diritti umani che oggi ha deciso di interrompere lo sciopero della fame dopo la notizia del rilascio di Nabeel. Al-Khawaja, aveva iniziato la protesta in seguito alla condanna all'ergastolo emessa nei suoi confronti da un tribunale militare nel giugno scorso. Secondo i dissidenti, l'uomo era sopravvissuto solo perché le autorità penitenziarie lo obbligavano al nutrimento forzato.

Scontro Iran-Bahrain. I regnanti del Bahrain accusano Teheran di fomentare le rivolte per affermare la supremazia sciita ma il governo di Ahmadinejad nega ogni coinvolgimento. Il ministero degli Esteri dell'Iran ha respinto le voci secondo cui il paese avrebbe partecipato a un complotto per rovesciare la monarchia sunnita. Lo riferisce l'agenzia iraniana Mehr, citando le parole del portavoce, Rahmin Mehmanparast: "Teheran non 'interviene' negli affari interni del Bahrain. Invitiamo Manama a considerare invece le "richieste del popolo", piuttosto che accusare altre nazioni come l'Iran".

Ieri intanto il regno del Golfo ha condannato otto persone a pene detentive fino a 15 anni per avere organizzato presunti attacchi contro l'ambasciata saudita e il Ministero dell'Interno e per avere cospirato con sospetti agenti iraniani per spodestare la dinastia sunnita al potere in Bahrain.

fonte: La Repubblica.it del 28 maggio 2012

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