giovedì 17 maggio 2012

ISTAT. Italiani favorevoli a matrimoni e unioni gay ma uno su cinque dice sì alle adozioni

Indagine dell'Istituto di statistica sull'atteggiamento dei cittadini nei confronti delle relazioni omosessuali: diffuso appoggio nei confronti del riconoscimento giuridico. Bersani: "Subito legge che garantisca pari diritti e dignità"

ROMA - Sì ai matrimoni tra le coppie dello stesso sesso, no all'adozione dei figli. Circa il 43,9% degli italiani è d'accordo sul fatto che una coppia di conviventi omosessuali possa avere, per legge, gli stessi diritti di una coppia sposata. E la percentuale sale al 62,8% quando si parla di unioni di fatto. Maggiore è invece la contrarietà nei confronti dell'adozione dei figli: solo il 20% si dice favorevole. Un'indagine Istat sulla popolazione omosessuale in Italia, resa nota oggi a Montecitorio in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia.

I numeri. Circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale. La maggior parte è di sesso maschile, è giovane e vive nel centro Italia. Sarebbero 2 milioni gli italiani che invece hanno sperimentato nella propria vita l'innamoramento o i rapporti sessuali o l'attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. Chi fa coming out, rivelando la propria omosessualità, preferisce farlo con amici e colleghi di lavoro, piuttosto che in famiglia. I dati, ricorda l'istituto, "si riferiscono solo alla parte della popolazione che ha deciso di dichiararsi".

Le discriminazioni. Gli italiani esprimono una sensibilità spiccata nei confronti dei disagi del mondo gay. Nonostante ripetuti episodi di cronaca che sembrerebbero indicare il contrario, l'omofobia sembra un atteggiamento molto limitato: il 74,8% della popolazione tra i 18 e i 74 anni non considera l'omosessualità
una malattia, per il 73% non è immorale, per il 74,8% non è una minaccia per la famiglia. E il 65,8% pensa che si possa amare chiunque, l'importante è volersi bene. Il 61,3% dei cittadini ritiene che nel nostro Paese, i gay siano "molto o abbastanza discriminati". L'80,3% pensa invece che lo siano le persone transessuali. Generale è poi la condanna per i comportamenti discriminatori: ad esempio il 73% degli italiani è contrario alla mancata assegnazione di un posto di lavoro basata sull'orientamento sessuale.

Le reazioni. "Nessuna ragazza, nessun ragazzo dovrà più crescere nel nostro paese pensando che subirà un diverso trattamento a causa del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere", ha dichiarato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani commentando i dati Istat. "Il Parlamento ora deve fare la sua parte per allineare l'Italia agli altri paesi europei nel riconoscimento di uguali diritti e pari dignità per tutti. Serve quindi una buona legge contro l'omofobia", ha aggiunto Bersani, "come richiesto al Parlamento dalla Corte costituzionale con la sentenza del 2010, facendo ottenere alle persone dello stesso sesso il riconoscimento giuridico di vivere liberamente una condizione di coppia".

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini che ha lanciato un monito alle istituzioni locali affinché vigilino su ogni tipo di discriminazione. "In Italia, il cammino per superare i pregiudizi è ancora lungo e difficile. L'azione contro l'omofobia deve tradursi nella condanna di ogni forma di violenza fisica e di ogni provocazione capace di alimentare la cultura dell'intolleranza", ha commentato Fini. "Per questa ragione - conclude il presidente - le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di rivestire un ruolo cruciale nella difesa dei principi di libertà e di uguaglianza tra i cittadini, indipendentemente dalla loro identità sessuale".

Ai commenti si è aggiunto anche il deputato del Pd, Paola Concia: "Il rapporto presentato oggi dall'Istat rappresenta un megafono che non sarà possibile non ascoltare. Mi aspetto ora un'assunzione di responsabilità con la discussione e l'approvazione delle leggi sul reato di omofobia e sulle unioni civili che in questo momento giacciono in commissione Giustizia".

fonte: La Repubblica.it del 17 maggio 2012

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